Sant’Orsola pubblica il suo primo Bilancio di Sostenibilità: un passo concreto verso un futuro più green
La cooperativa trentina Sant’Orsola, punto di riferimento in Italia nella produzione e distribuzione di piccoli frutti, ha pubblicato il suo primo Bilancio di Sostenibilità, segnando l’inizio di una nuova fase nel proprio percorso aziendale. Dopo un triennio di forte crescita economica – con un fatturato di 87,7 milioni di euro nel 2023 e oltre 38 milioni di euro liquidati ai soci – l’azienda ha scelto di investire con decisione su ambiente, innovazione e responsabilità sociale, per costruire una filiera agricola sempre più etica, trasparente e circolare.
Uno dei punti chiave del bilancio è rappresentato dalla transizione energetica: grazie all’installazione di un impianto fotovoltaico, Sant’Orsola riesce oggi a coprire il 33% del proprio fabbisogno energetico con fonti rinnovabili. Una scelta che riduce concretamente l’impatto ambientale e rende l’azienda più autosufficiente dal punto di vista energetico.
Sul fronte della produzione, la cooperativa ha adottato tecniche di coltivazione integrata che prevedono l’uso di metodi naturali per la difesa delle piante e un impiego più razionale delle risorse. L’utilizzo di tecniche fuori suolo consente, ad esempio, un risparmio d’acqua fino al 30% rispetto all’agricoltura tradizionale. A garantire la salubrità del prodotto finale è la linea “Residuo Zero”, certificata da CSQA, che prevede un contenuto di fitofarmaci inferiore a 0,01 mg/kg: una soglia molto al di sotto dei limiti di legge. Il Mirtillo Residuo Zero, in particolare, è stato riconosciuto come Prodotto dell’Anno 2022, a testimonianza dell’impegno concreto dell’azienda per la qualità e la sicurezza alimentare.
Grande attenzione è dedicata anche al tema del packaging, con l’impiego di materiali a basso impatto ambientale, confezioni in R-PET riciclato e soluzioni plastic-free in cellulosa per la linea Residuo Zero. L’impegno sostenibile si estende anche al recupero e al riciclo di materiali utilizzati durante la coltivazione, come torba, vasi e reti.
Il percorso di sostenibilità di Sant’Orsola è tracciato da un sistema di certificazioni solide e riconosciute a livello internazionale, tra cui ISO 14001 per la gestione ambientale, Residuo Zero (CSQA), Global G.A.P. e GRASP per la produzione integrata e la responsabilità sociale, IFS Food per la sicurezza alimentare, oltre a CONAI e Cycle4Green per la gestione degli imballaggi.
Con questo primo bilancio, Sant’Orsola non solo racconta i risultati raggiunti, ma si propone come modello di riferimento nel panorama ortofrutticolo italiano, dimostrando che è possibile coniugare solidità economica e attenzione concreta per l’ambiente e la salute dei consumatori.
“Stiamo costruendo una filiera sostenibile dalla terra al punto vendita. Questo è solo l’inizio,” affermano i vertici aziendali.
Fonte: HTTPS://WWW.SANTORSOLA.COM