Cresce in modo significativo in Italia il tasso di riciclo organico degli imballaggi in bioplastica compostabile. Nel 2024 si è infatti raggiunto il 57,8% rispetto all’immesso al consumo, con un incremento di due punti percentuali rispetto al dato rettificato del 2023. A certificarlo è la relazione annuale di gestione di Biorepack, il consorzio nazionale per il riciclo degli imballaggi biodegradabili e compostabili, primo in Europa nel suo genere.
In valori assoluti, la quantità di bioplastica raccolta e avviata a compostaggio è passata da 43.496 tonnellate nel 2023 a 47.511 nel 2024, su un totale immesso al consumo pari a 82.246 tonnellate. Si tratta di numeri rilevanti, che consentono all’Italia di superare con largo anticipo gli obiettivi europei: il 50% di riciclo delle plastiche entro il 2025 e il 55% entro il 2030.
Determinante, in questo risultato, è stato l’ampliamento della copertura territoriale. Le convenzioni stipulate da Biorepack con Comuni e soggetti addetti alla raccolta hanno infatti raggiunto l’85,5% della popolazione nazionale, in netta crescita rispetto al 74,1% del 2023 e al 64,4% del 2022. In ben nove regioni – tra cui Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Puglia – la copertura ha superato il 90%. Straordinari i progressi nel Sud: la Calabria ha raggiunto il 100% della popolazione servita (+76%), seguita da Puglia (+12%) e Campania (76%, +34%).
In parallelo, crescono anche i corrispettivi riconosciuti ai Comuni e agli enti di raccolta, passati da 9,4 milioni di euro nel 2023 a 12,7 milioni nel 2024, a copertura dei costi di raccolta, trasporto e trattamento degli imballaggi compostabili conferiti nell’umido.
Soddisfatto il presidente di Biorepack, Marco Versari, che sottolinea i progressi raggiunti in appena tre anni di attività. Versari indica tuttavia anche le sfide ancora aperte. Nonostante il tasso di riciclo sia in crescita, oltre il 10% della bioplastica si perde nel processo di trattamento, spesso a causa della contaminazione della frazione umida con materiali non compostabili. Per contrastare il fenomeno, il consorzio intende rafforzare le campagne di informazione rivolte a cittadini e operatori e promuovere miglioramenti tecnologici negli impianti di trattamento, per aumentarne qualità ed efficienza.
Tra le iniziative più recenti, Biorepack ha sviluppato un nuovo pittogramma dedicato alla bioplastica compostabile, per renderla più facilmente riconoscibile agli utenti. Il simbolo non sostituisce certificazioni e standard, ma le affianca come strumento informativo chiaro e uniforme.
Infine, Versari evidenzia come il modello italiano susciti crescente interesse anche all’estero, in particolare in Europa e negli Stati Uniti, dove istituzioni e operatori guardano con attenzione all’integrazione tra sostenibilità economica e collaborazione con le amministrazioni locali.
In sintesi, il sistema italiano del riciclo degli imballaggi in bioplastica compostabile si conferma non solo efficace, ma anche esportabile, rappresentando un punto di riferimento per chi, in Europa e nel mondo, lavora per costruire modelli avanzati di economia circolare nel packaging.
Fonte: Il Sole 24 Ore