Negli ultimi anni, le bioplastiche compostabili sono state considerate una delle soluzioni più promettenti per ridurre l’impatto ambientale delle plastiche convenzionali. Tuttavia, dopo un periodo di crescita costante, il settore italiano ha registrato una battuta d’arresto nel 2023.

A frenare lo sviluppo del comparto concorrono diversi fattori, tra cui la concorrenza sleale dei prodotti a basso costo provenienti dall’Estremo Oriente e la diffusione di pratiche illegali nella commercializzazione di shopper e imballaggi non biodegradabili.

Nonostante queste problematiche,  il settore del riciclo delle bioplastiche compostabili ha mostrato risultati incoraggianti. Il consorzio nazionale Biorepack ha registrato nel 2023 un tasso di riciclo pari al 56,9%, un dato che supera già gli obiettivi fissati dall’Unione Europea per il 2025 e il 2030. Tuttavia, il rischio è che l’ingresso di plastiche tradizionali nei flussi dell’umido comprometta la qualità del materiale recuperato, rendendo inefficace una parte significativa degli sforzi fatti finora.

Ripartire con norme, ricerca e consapevolezza

Per rilanciare il settore delle bioplastiche, è fondamentale un intervento su più fronti. Occorre rafforzare il quadro normativo, intensificare i controlli contro l’illegalità e promuovere una comunicazione pubblica efficace che sensibilizzi cittadini e imprese sull’importanza della corretta raccolta differenziata. Parallelamente, è essenziale investire nella ricerca per migliorare le performance dei materiali e sviluppare soluzioni sempre più sostenibili.

Le bioplastiche rappresentano un’importante leva per la transizione ecologica, ma il loro successo dipenderà dalla capacità di affrontare le attuali criticità economiche, normative e culturali. Solo attraverso un’azione coordinata sarà possibile valorizzare appieno il potenziale di queste soluzioni innovative, rendendole protagoniste di un futuro più sostenibile.

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FONTI: LARGO CONSUMO, BIOREPACK, ASSOBIOPLASTICHE, IL SOLE 24 ORE, UNINDUSTRIA

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