Meta compie un nuovo passo nel futuro dell’intelligenza artificiale con Aria Gen 2, la seconda generazione di occhiali intelligenti presentata ufficialmente lo scorso 5 giugno e raccontata da Il Sole 24 Ore in un articolo a firma di Chiara Ricciolini.
Si tratta di un dispositivo all’avanguardia nato nell’ambito del Project Aria, iniziativa avviata nel 2020 per esplorare le potenzialità dell’intelligenza artificiale egocentrica: un tipo di IA capace di comprendere il mondo dal punto di vista umano.
Rispetto alla prima versione, utilizzata per creare il grande dataset Ego4D grazie alla collaborazione con università di tutto il mondo, Aria Gen 2 introduce importanti miglioramenti ergonomici e tecnologici:
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Design leggero e stanghette pieghevoli, pensati per un uso quotidiano più pratico;
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Sensori ottici avanzati, con fotocamere a maggiore sensibilità e campo visivo ampliato per una raccolta dati più accurata;
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Tracciamento oculare e gestuale ad alta precisione, incluso il monitoraggio della pupilla, utile in applicazioni di robotica e protesi intelligenti;
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Audio migliorato, grazie a un microfono sul nasello che isola la voce anche in ambienti rumorosi;
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Sincronizzazione temporale ultrarapida, con tecnologia radio a bassa frequenza e margine d’errore inferiore al millisecondo;
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Coprocessore dedicato a basso consumo, capace di eseguire in tempo reale complessi algoritmi di percezione ambientale;
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Mappatura spaziale avanzata, anche in assenza di GPS, attraverso una combinazione di visione artificiale e dati di movimento.
Aria Gen 2 non è solo un gadget da indossare: rappresenta un’evoluzione tecnologica che punta a superare lo smartphone, aprendo la strada a nuove forme di interazione tra uomo e macchina.
Il CEO Mark Zuckerberg ha sottolineato come questa tecnologia sperimentale possa diventare in futuro l’interfaccia principale per la realtà aumentata e per l’elaborazione digitale in tempo reale.